mercoledì 24 giugno 2015

VITO GAMBERALE E LA PRIMA GALLERIA IN CONTINUITÀ DI TRAFFICO

“Abbiamo soprattutto vinto una sfida che apre una nuova frontiera” – Vito Gamberale

Per la prima volta nel mondo, una galleria autostradale realizzata senza interruzioni del traffico. Un successo italiano, portato a termine nel dicembre 2005 da Autostrade per l’Italia, guidata all’epoca da Vito Gamberale.
Un’inaugurazione in presenza dell’allora Ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, per un tratto di 337 metri dell’Autostrada del Sole, poco distante dalla Capitale. Un progetto che richiese 21 mesi di preparazione e che consentì di limitare al minimo l’impatto ambientale, tutelando la vicina oasi naturale di Nazzano, evitando la costruzione di una seconda galleria. Uno scudo d’acciaio e tecnologia innovativa permisero di realizzare gli scavi e montare gli elementi in calcestruzzo necessari per l’opera.
Un successo particolarmente importante, soprattutto in un periodo di forte avversione verso il progresso industriale presso l’opinione pubblica, come sottolineato in occasione della cerimonia inaugurale dallo stesso Gamberale. Un traguardo raggiunto dopo oltre 11 anni che avevano visto, nel 1994, l’affidamento della progettazione alla Rocksoil; nel 1997 un nuovo affidamento al Gruppo spagnolo Ferrovial, che intendeva però realizzare l’opera in modo tradizionale, prevedendo l’interruzione del traffico automobilistico. Dopo un lungo contenzioso, che si risolse soltanto 5 anni più tardi, vi fu una nuova gara d’appalto, aggiudicata alla Cossi Costruzioni che, nel mese di luglio, diede finalmente avvio ai lavori. Si arrivò così, finalmente, alla realizzazione di quella che rimane la prima galleria al mondo realizzata in continuità di traffico.
I costi complessivi dell’opera ammontarono a circa 37 milioni di euro ma, come ebbe modo di sottolineare all’epoca l’Ing. Gamberale, non si sarebbe trattato di un investimento immediatamente redditizio: “abbiamo soprattutto vinto una sfida che apre una nuova frontiera”.

Per approfondire l’argomento vedi anche:
http://www.ilgiornale.it/news/sull-autostrada-sole-tunnel-ad-alta-tecnologia.html


VITO GAMBERALE - FIRST TUNNEL CONSTRUCTION WITH NO TRAFFIC INTERRUPTION


Vito Gamberale: “We overcame an important challenge and paved the way for a new frontier” 

A highway tunnel built, for the first time in the world, with no traffic interruption. This success was achieved in Italy thanks to a project completed in December 2005 by Autostrade per l'Italia, at that time chaired by Vito Gamberale.
The inauguration of the 337 m long segment of the Autostrada del Sole A1 motorway, not far away from Rome, was attended by the then Minister for Infrastructures Pietro Lunardi. The project required a 21-month preparation in order to minimise the impact on the environment and protect the nearby Nazzano natural park by avoiding building a second tunnel. An innovative technological steel shield allowed to perform the excavation works and to build the concrete elements necessary to implement the project.
This was an extremely important accomplishment, particularly when considering that at that time industrial progress was not supported by public opinion, as Gamberale highlighted in his speech during the inauguration of the tunnel. This goal was achieved through over 11 years of important transactions: the work design was first assigned to Rocksoil (1994), and then transferred to the Spanish Group Ferrovial (1997), that was however planning a more traditional approach for building the tunnel which required interrupting car traffic. After a long dispute – ended 5 years later – a new tender was won by Cossi Costruzioni, which finally started the construction works in July. The works resulted in the construction of the first tunnel in the world built without interrupting car traffic.
The overall cost for the tunnel accounted for approximately 37 million €; as Gamberale highlighted at that time, this investment did not immediately prove profitable: “however, we overcame an important challenge and paved the way for a new frontier”.

Further information on the topic under:

http://www.ilgiornale.it/news/sull-autostrada-sole-tunnel-ad-alta-tecnologia.html

venerdì 12 giugno 2015

VITO GAMBERALE AZIONISTA E PRESIDENTE DI ITERCHIMICA

Lo scorso 11 giugno, Iterchimica - società leader nel mercato degli additivi per asfalti presente in oltre 70 Paesi del Mondo - ha annunciato l’ingresso nel suo azionariato del top manager Vito Gamberale, nominato Presidente della Società.
Gamberale, che ha rilevato una quota di minoranza, ha espresso grande soddisfazione per il suo “nuovo impegno industriale e professionale” in una realtà da lui definita “sana e solida”. Un’eccellenza nazionale in un settore di nicchia, con un elevato potenziale di crescita, su cui Gamberale ha deciso di scommettere.
Soddisfazione anche da parte di Gabriele Giannattasio che nel 1967 ha fondato la Società e attualmente la guida assieme ai suoi tre figli.


VITO GAMBERALE INVESTED IN ITERCHIMICA AND WAS APPOINTED PRESIDENT

On June 11th, Iterchimica – a leading company operating in the asphalt additives market in over 70 countries worldwide – announced that top manager Vito Gamberale joined the company shareholdership and was appointed President.
Gamberale acquired a majority share of the company and expressed great satisfaction for his “new industrial and professional commitment” in an entity that he defined as “strong and healthy”. Gamberale has great confidence in this top-class company operating in a niche market and with a high growth potential.

Gamberale was welcomed by Gabriele Giannattasio, who founded the company in 1967 and still manages it together with his three offspring.


martedì 21 aprile 2015

LA PRIVATIZZAZIONE DI AUTOSTRADE PER L'ITALIA

Dal controllo dell’IRI alla gestione Gamberale

Alla fine degli Anni ’90 si assiste in Italia all’avvio di un importante piano di privatizzazioni: lo Stato ha infatti l’obiettivo, da una parte, di recuperare le risorse economiche per abbattere il debito pubblico, dall’altra, di incrementare l’efficienza delle aziende attraverso il coinvolgimento di privati. Tra le società che rientrano nel progetto, si segnala in particolare Autostrade per l’Italia, la cui privatizzazione avviene in due fasi distinte, sotto la supervisione del Comitato Privatizzazioni.
Sino ad allora, la Società è controllata all’87% dall’IRI - Istituto per la Ricostruzione Industriale, ente pubblico che perseguiva obiettivi di politica industriale - mentre un restante 13% è costituito dal flottante di Borsa.
La prima fase della privatizzazione di Autostrade si realizza tra giugno e ottobre 1999, con una gara che si prefigge l’obiettivo di cedere, a un gruppo stabile di azionisti, una quota del 30% della Società. Ad aggiudicarsela è una cordata guidata dal Gruppo Benetton - insieme ad Acesa (oggi Abertis), Fondazione CRT, Unicredit e Assicurazioni Generali - che si assicura così il 30% del capitale di Autostrade.
Una seconda tranche della privatizzazione si completa invece nel novembre del 2003 attraverso un’OPA - Offerta Pubblica d’Acquisto - per una quota del 56,6%, che viene collocata in Borsa con un prezzo iniziale di 6,75 euro per azione.
Tale operazione porta ad una capitalizzazione del 100% di Autostrade per l’Italia, per un totale di 8,1 miliardi di euro, il premio più alto raggiunto dalle privatizzazioni verso la fine degli Anni ’90.
Con l’obiettivo di migliorare l’efficienza aziendale e promuovere nuovi investimenti, gli azionisti di Autostrade imprimono un cambio di passo che darà ben presto i primi risultati. Nel 2000 prende avvio la gestione del manager Vito Gamberale che, nominato in quell’anno Amministratore Delegato della Società, resterà al vertice di Autostrade per sei anni, guidandola attraverso un processo di rinnovamento, innovazione ed internazionalizzazione. In quegli anni, Autostrade si afferma come una vera e propria multinazionale.
Nel 2003, intanto, il nucleo stabile degli azionisti passa dal controllo di una quota del 30% ad una quota del 50,1%. Un mutamento, questo, che assicura un controllo più stabile dell’Azienda ed una struttura finanziaria più equilibrata tra debito e capitale. Nello stesso anno, inoltre, il nuovo assetto azionario si traduce in una riorganizzazione del Gruppo Autostrade SpA, che conferisce tutte le sue attività autostradali ad Autostrade per l’Italia SpA, società interamente controllata dal Gruppo.
Grazie al processo di privatizzazione, lo Stato incassa complessivamente quasi 7 milioni di euro, facendo ricadere sugli investitori gli oneri relativi al piano d’investimento per la Variante di Valico, un progetto fermo da 15 anni. Anche grazie a seguito del processo di privatizzazione, inoltre, tra il 2002 e il 2007, Autostrade per l’Italia investe più di 21 miliardi di euro sul potenziamento della rete, una cifra 6 volte superiore a quanto investito precedentemente alla privatizzazione.



PRIVATISATION OF AUTOSTRADE PER L'ITALIA

From the control by IRI to Gamberale's management

In the late 90s, an important privatisation plan was launched in Italy as the Government aimed to recover economic resources to reduce public debt on one hand, and on the other, to increase companies' efficiency involving private entities. A particular case among the companies participating in the project was Autostrade per l'Italia, which underwent a two-phase privatisation supervised by the Privatisation Committee.
Until then, the company was 87% controlled by IRI (Istituto per la ricostruzione industriale ─ a public entity pursuing industrial policy targets), the remaining 13% were accounted for by floating shareholders.
Autostrade's first privatisation phase was accomplished between June and August 1999 with a tender aiming to sell the company's 30% share to a solid group of shareholders. The alliance led by the Benetton Group together with Acesa (now Abertis), the CRT Foundation, Unicredit and Assicurazioni Generali won the tender, gaining the company's 30% share.
A second privatisation phase was then completed in November 2003 through a public bid for a 56.6% share listed on the stock market with the initial price of 6.75% Euro per share.
This transaction led to a 100% capitalisation of Autostrade per l'Italia, for a total of 8.1 billion Euros ─ the highest price recorded among the privatisations in the late 90s.
Aiming to improve the company efficiency and foster new investments, Autostrade's stakeholders forced a shift in pace that would soon prove to be effective. In 2000, Vito Gamberale was appointed CEO of the company, remaining at Autostrade's top management for six years, through which time he led the company through a renovation, innovation and internationalisation process. During the years of his management, Autostrade established itself as a true multinational company.
Meanwhile, in 2003, the solid stakeholder group increased its control share from 30% to 50.1%, a shift that allowed for a more stable control on the company and more balanced debt/asset ratio in its financial structure. Moreover, that same year the new shareholder structure called for a reorganisation of the Autostrade SpA Group, transferring all highway services to Autostrade per l'Italia SpA – a company fully controlled by the Group.
Thanks to the privatisation process, the Government cashed almost 7 million Euros, whereas the investors overtook the investment plan costs for the Variante di Valico ─ a project that had been on hold for 15 years. Furthermore, thanks to the success of the privatisation process, Autostrade per l'Italia also invested over 21 billion Euros in the network enhancement between 2002 and 2007, a figure 6-fold higher than the investments before privatisation.